Come promesso, ecco il mio primo contributo al blog: la recensione, pezzo per pezzo, del nuovo dei Pearl Jam (da parte di un fanatico, cioè io)… sarà luuuuuuuuuuuunga (spero non troppo, ma temo di sì):
- LIFE WASTED: Un pezzo discreto, bel ritornello che ti si appiccica in testa, con tanto di tempo dispari e doppie voci (a cura Matt Cameron); estrema separazione dei suoni (come in tutto il disco) con la Les Paul di Mike e la Tele di Stone in bella evidenza: bella la parte sporchissima di Mike, il delay, l'assolo finale; voto: 6,5;
- WORLD WIDE SUICIDE: interessante la parte inizia fatta da Eddie con l'E-Bow, il pezzo ricorda molto alcuni dei pezzi di Lost Dogs (non escluderei sia stata "risparmiata" ai tempi, in vista di questo disco); la novità sono i suoni piuttosto puliti sulla strofa ed il suono del ritornello di Stone molto fuzzoso; carino il flanger sullo special e l'assolino finale di Mike; voto 6+;
- COMATOSE: all'inizio sembra che siano gli Who a suonare, poi parte una specie di versioen rivista di Spin the black circle / Lukin', già sentita ma molto trascinante; le note singole fatte da Stone e Mike in contemporanea fanno molto (troppo) melodic punk (si dice ascoltassero un casino i Dead Kennedys); belli gli stacchi, Matt Cameron è uno dei migliori batteristi al mondo; voto 6,5;
- SEVERED HANDS: qui si fa sul serio, suoni dellamadonna, il riff principale ricorda Porch, il bridge è preso quasi di peso da una canzone di Riot Act (non ricordo quale); l'assolo finale è SPAZIALE!; voto 8;
- MARKER IN THE SAND: anche questo mi pare un pezzo "risparmiato da Lost Dogs", con una voce splendida (ricorda Chris Cornell a tratti); poi vira al pop più ruffiano… da notar assolutamente la complementarietà perfetta e musicalissima dei suoni di Mike e Stone; nonostante ciò, voto 5,5;
- PARACHUTES: Abbey Road ha riaperto i battenti, canzone dalla costruzione armonica molto semplice ma piacevole, suoni acustici, anticipi, tempi dispari, suoni di Mike, hammond e Rhodes (col tremolo) veramente pregevolo…. Però il pezzo dice poco; voto 5,5;
- UNEMPLOYABLE: mi ricorda qualcosa (tipo Sheryl Crow nella strofa e un pochino i REM nel ritornello); pezzo oslare (mai avrei pensato di poterlo dire dei PJ); ottimi come al solito stacchi e cambi di ritmo (Matt è un eroe, lo ribadisco); voto 5;
- BIG WAVE: molto punk, riff orecchiabilissimo, seconde voci belle, così come il ritornello, assolo molto rock'n'roll… poi, improvvisamente, i PJ si trasformano per un attimo nei Police (così come in Evacuation) e poi scivolano in un finale quasi noise; starno ma piace; voto 7-;
- GONE: l'apertura è una delle cose più belle della storia della musica, da pelle d'oca; il lavoro frammentario di E-Bow di Eddie è meraviglioso (e mi ricorda un po' Telepathia dei Piks, altro lavoro di E-Bow veramente pregevole); poi il pezzo si gira, si rigira, sembra non trovare una dimensione ben definita nei ritornelli, ma rimane sempre un gran pezzo; voto 8-;
- WASTED REPRISE: 2 minuti di pumped organ (suonato anche un po' a caso) alla Neil Young; voto 5 (inutile);
- ARMY RESERVE: bello l'inizio con le chitarre che si intrecciano, grandissimi suoni, con un ritornello che spiazza ai primi ascolti e, in generale, rimane in mnte molto meno delle strofe; a tratti Eddie ha una voce che è più Cornell di Cornell stesso; da segnalare l'assolo di Mike con il 2° suono più marcio del disco; voto 6,5;
- COME BACK: apre il disco il crunch leggero più bello del disco, ma poi il pezzo è molto (troppo) anni '60, fondato su 4 accordi e batteria dritta, insomma un grande classico; lo special è telefonatissimo, si capisce dalla prima nota della prima strofa; andava bene su un disco degli Everly Brothers, in uno dei PJ no; voto 4;
- INSIDE JOB: l'inizio è da brividi, reverse delay (mi ha quasi fatto piangere al primo ascolto), bellissimi i "risucchi" del delay; poi entra Mike col suono più marcio, sporco, lo-fi che ci sia, ed è un suono fatto apposta per questo pezzo… bella l'idea del piano che sottolinea gli accenti, e poi c'è spazio anche per il basso (grande Jeff)… e poi una voce, una voce, una voce che… Dio, questo è l'Eddie Vedder che ti smuove tutto dentro, hce ti cattura; bella la discesa verso il ritorno alla strofa, e poi la sorpresa del ritornello, orecchiabile, grandi seconde voci, costruito benissimo, poi passa in maggiore (ed è qualcosa di già sentito in Riot Act, carino ma niente di più) ed è anche carino il finale alla strofa con assolino di Mike e Eddie che fa gli urletti come ai bei tempi… poi, dopo 20 secondi c'è un riffettino con un delay che definire presente è un eufemismo, e che è una via di mezzo tra la fine di Shine on You crazy diamond e un pezzo degli U2 (Silver and Gold con una spruzzatina di October come atmosfera); il pezzo più bello del disco; voto 9;
Onestamente? Dopo 4 anni mi aspettavo di più. Altrettanto onestamente? Sono il mio gruppo preferito, alcune chicche ci sono anche in questo disco, dal vivo sono un rullo compressore, Mike e Stone sono una delle coppie di chitarristi più efficaci della storia del rock (secondi solo a Perry/Witford), Eddie è IL cantante rock per eccellenza, Matt è uno dei batteristi migliori al mondo e con Jeff forma un muro inscalfibile. Incontrastati e incontrastabili nonostante un disco non proprio esaltante.
Le vostre impressioni?
L.
4 commenti:
se me lo masterizzi e me lo porti domenica darò anch'io il mio (piccolo) contributo critico :-)
Volpale
Mezza delusione anche per me, purtroppo. C'era grande attesa x qs disco, avevo letto ottime recensioni.. ma in realtà ancora non mi convince, dopo un bell'inizio le canzoni mi scorrono via senza lasciare segno. Non c'è il capolavoro, e a volte si ha l'idea che l'ispirazione derivi dall'ascolto di canzoni di altri gruppi.. e come in Riot Act, manca il capolavoro (o i capolavori), sempre presenti in tutti i cd dei pj. Bella Inside Job, anche se mi ricorda in qualcosa un vecchio loro pezzo.. A tratti entusiasmante Matt Cameron, "diversi" Stone e Mike, suono un po' più hi-fi per Jeff, sempre presente Eddie. Ma è un 6 (5 per le attese).. Aspetto cmq con trepidazione il concerto, dove so che anche questi pezzi lasceranno un segno!
Sto cominciando un po' a cambiare idea: i punti bassi rimangono ma, man mano che pass ail tempo, i punti alti diventano "più alti"... mah, sarà che sono un fanatico e in questi giorni ho riascoltato l'intera (e sottolineo INTERA) discografia e magari sono nel mood giusto.
L.
eccomi qui a dire la mia... e che cappero :) da fanatico a fanatico :)
Secondo me questo è un album veramente importante... non voglio parlare dei singoli pezzi, è stato fatto abbondantemente, ma di qualcosa che magari è stata un po' tralasciata;
premessa:
ormai dai tempi di Binaural i Pearl Jam hanno questo tipo di impatto su di me.. come dice Luca, nessun grosso "capolavoro" (unica eccezione forse Light Years), lontani dal fenomeno di Ten, in cui 2,5 pezzi su 3 sono capolavori... ma alla fine son riusciti a dare sempre maggiore carattere e compattezza ai singoli album; in sostanza se dovessi mettere su l'intera discografia dei PJ a random, i pezzi di Ten spiccherebbero su tutti, con gli altri capolavori della loro carriera, MA se devo metter su un album da ascoltare, Ten o Vs sono quelli che verosimilmente metterei su di meno... col tempo hanno imparato a fare begli album, e non bei pezzi; e da questo punto di vista forse Riot Act, il più "mistrattato" dei lavori dei PJ, è davvero un capolavoro, anche se di capolavori forse non ce ne sono (discutibili, per un fanatico :) ). Persino il ballatone finale (All or None) è pregno di quell'ansia e disilluzione che permea tutto l'album... ma non si parla di Riot Act, quindi... torniamo a "Pearl Jam".
Mi sembra un ritorno agli albori dei Pearl Jam più di quanto possa intuirsi al primo ascolto: parla dolcemente di amore, grida incazzato contro la guerra e la politica attuale, canta impazzito sulle onde del mare adorate da Eddie, senza pretese... insomma, dopo la premessa si potrebbe pensare da un certo punto di vista che abbian fatto un passo indietro rispetto alla composizione di Riot Act... dall'altro pare che la maggior parte dei fans dei Pearl Jam non abbiano mai avuto bisogno della maturità raggiunta con quell'album; se io dovessi muovere una critica su quest'album, direi che è questa l'alchimia che non sorregge l'ultimo lavoro della band più grande della storia del Rock degli anni 90; per il resto, confermo le impressioni dell'ascolto dei PJ degli ultimi lavori... più l'ascolto e più non posso staccarmene! E' meravigliosa la sincerità espressiva di Eddie, dalla "scontatamente" delicata Parachute, alla "stupefacente" Severed Hand, la disillusione di Gone e l'introspezione di Inside Job... sembra veramente tornato l'Eddie che cantava la rabbia di Jeremy o l'esplosione emotiva di Porch, e penso questo sia davvero la cosa più bella di questo Album! Superiore (per me) di gran lunga agli ultimi lavori, con una band che ormai è perfetta! E non è un caso se Severed Hand o Inside Job si lasciano esplorare, esplodono per poi fluttuare (il Refrain di Severed Hand è meraviglioso), mentre una Come Back risulta "ovvia" come ovvio è il suo grido, "Come Back"... qualcuno si è mai preoccupato della struttura armonica di Black?! Su, insomma... è ovvio che certe cose non si ripetono :) ma è anche vero che più ascolto quest'album e più mi rendo conto che robette come i Darkness mi possono gasare e divertire per un paio di mesi, ma che il Rock è un'altra cosa :)
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