Inutile che lo nasconda: sono PARZIALE. Quando si parla di LORO sono PARZIALE.
Forse dovrei prima premettere che per me i Pearl Jam sono una ragione di vita e la più grande ispirazione (non solo musicale), forse dovrei anche spiegare dopo 2 giorni l’uragano che si è scatenato al Forum mi imperversa ancora dentro, forse dovrei dire un sacco di altre cose, ma per ora un grazie basta.
E ora il concerto.17.09.2006 - Datch Forum - Milano, Italia
Scaletta: Go, Last Exit, Save You, World Wide Suicide, Corduroy, Severed Hand, Unemployable, Even Flow, I Am Mine, Man Of The Hour, MFC, Daughter / (Another Brick In the Wall Pt. 2), Faithful, Comatose, State Of Love And Trust, Why Go
Bis 1: Picture In A Frame [cover di Tom Waits], Parachutes, Black, Crazy Mary, Given To Fly, Alive
Bis 2: Do The Evolution, Big Wave, Leash, Rockin' In The Free World, Yellow Ledbetter
(grazie a www.pearl-jam.it)Prendiamo posto esattamente 40 secondi prima che il concerto inizi, si affievoliscono le luci, LORO salutano con la manina, l’urlo sale e parte Go (mai opener fu più azzeccata): in quel momento ricordo esattamente i concerti di Milano 1996 e Milano 2000 e realizzo che Milano 2006 sarebbe stata una serata speciale.
L’inizio (potete vedere la scaletta sopra) è un rullo compressore: non tutti apprezzano la velocità alla quale eseguono i pezzi: io sì, ma ancora una volta, sono PARZIALE;)… insomma, sentire Last Exit seguita da Save You (come il DVD Live in NY 2003) seguite da WWS, è stata una scossa di adrenalina violentissima. Poi Eddie dice qualcosa in italiano al pubblico… già, il pubblico…
Il pubblico è fantastico, ancora più di quello del 2000, che aveva regalato ai Pearl Jam dei cori su Garden da brivido (ancora ringrazio il cielo di averla sentita nella versione originale): il battito delle mani è sempre a tempo (miracolo!!!), i cori sono puntuali, a tempo… in generale un gran pubblico, una grandissima atmosfera: il Forum “respira” con la stessa intensità della band.
Dicevamo di Eddie che parla in italiano (beh, quasi) e, complice il riverbero sul suo microfono, sembra il Papa che dice l’Angelus: in realtà saluta il pubblico, spende qualche parola sull’Italia campione del Mondo (e qui i soliti stronzi, perché di stronzi si tratta, partono col becero popopopo), e poi parte Corduroy, prima sorpresa della serata: non mi aspettavo di sentirla e me la godo di brutto!! Nel frattempo sono fradicio, felice, carico e partecipe: sono lì, e questo vuol dire tutto!
Severed è ancora più bella e coinvolgente dal vivo che su disco (ma non avevo dubbi) e persino Unemployable mi piace dal vivo, ma sono in trance e potrebbero fare anche “Applausi per Fibra” e sarebbe meravigliosa lo stesso;))
Poi, e non so spiegarlo ma lo sapevo, parte Matt e Even Flow fa venire giù (per la terza o quarta volta) il Forum: la facciamo tutte le settimane in sala prova, ma sentirla, dopo così tanti anni live da loro è “un’emozione che sbatte le porte” (chi indovina la citazione - non noi Dust, non vale – riceverà una bambola a grandezza naturale del cantante Volpale)… è quasi troppo per me, ma non è ancora finita…
Eddie rimarca l’importanza della sicurezza e attacca una bella versione di I am mine, ma non mi ci soffermo troppo perché quello che segue è il primo momento davvero “speciale” del concerto: parte Man of the Hour ed è… non so, so solo che toglie il fiato da quanto è bella, in particolare l’entrata dell’Hammond (unico momento in cui mi ha fatto piacere la presenza di Boom, insieme a Crazy Mary) mi ha sollevato la pelle di almeno 1 centimetro (e, vi assicuro, lo fa ancora adesso). Indimenticabile.
Il trittico che segue (MFC, Daughter/ABItW Pt. 2, Faithful) è strepitoso, in particolare Daughter che, come usuale nell’ultimo periodo, include un pezzo del grande classico dei Pink (con molta partecipazione dal pubblico): peccato per l’improvvisazione vocale, un po’ troppo “cercata” e non di grandissimo effetto (molto meglio quella del 2000)… e il “we all believe” di Faithful è una delle frasi cardine della serata.
Poi sento il primo accordo del pezzo che segue e penso che non potrei stare meglio di così: State of Love and Trust era il pezzo più atteso per me (e non solo visto il BOATO che ha tirato giù il Forum), il finale è fuoco puro, il mio corpo è sulle gradinate, ma tutto il resto è nell’aria, sul palco, dappertutto. La catarsi si compie con Why go, con quei cori che mi risuonano ancora nella testa e nel cuore.
Pausa. Riprendo fiato (anche adesso).
Riparte Eddie da solo con una cover (che poi apprenderò essere di Tom Waits) e poi segue Parachutes (senza infamia nè lode) e poi il VERO apice del concerto: credo che tutti i presnti, inclusa la band, non dimenticheranno MAI la versione di Black che i Pearl Jam e il pubblico hanno fatto. Dritta al primo posto di qualsiasi concerto io possa avere mai visto (e, temo, mai vedrò): il pubblico che canta anche dopo la fine della canzone, la lacrimuccia di Eddie, l’emozione di tutti. No, non è e non sarà mai ripetibile. Crazy mary è solo la prosecuzione di quel momento di grazia.
A quel punto avevo già avuto più di quanto mi sognassi di ricevere: e i pezzi successivi e il secondo bis me li godo in tranquillità, fino all’uno-due finale RITFW e Yellow Ledbetter, altro picco del concerto, ma imparagonabile a quanto detto prima.
Non ha senso che io (o chiunque altro) mi lamenti per non aver sentito Hail, hail o RVM o Nothing as it seems: i Pearl Jam ancora una volta si sono superati e hanno dato ai fans qualcosa di indimenticabile.
Gpg (fratello), Ale (compagno), Deb (il mio angelo), Albe, l'australiano Mastro (sempre presente), Pero, Benny, Piero, Electrifying, Robbè… quello a cui abbiamo assistito rimarrà nella storia (nella mia, almeno, di sicuro).
Della band non parlo: direi ovvietà sdolcinate e melense. Solo una cosa: il mio, il nostro grazie, l’abbiamo cantato a sufficienza durante il concerto, ma… grazie ancora.
L. (un anonimo fanatico dei PJ)